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Aperto da Comparsita il 2 maggio 2007
Keymaster- Admin
- Numero di messaggi : 61
Data d'iscrizione : 05.04.08
Re: Libri
"La giustizia è un principio astratto che coinvolge tutti, passibile a seconda di come lo si interpreta di assolvere o condannare ogni essere umano: colpevoli i ministri, colpevoli i papi, colpevoli i santi e gli eretici, colpevoli i rivoluzionari e i reazionari. Colpevoli tutti di aver tradito, ucciso, sbagliato. Colpevoli di essere invecchiati e morti. Colpevoli di essere stati superati e sconfitti. Colpevoli tutti dinanzi al tribunale universale della morale storica e assolti da quella della necessità. Giustizia e ingiustizia hanno un significato solo se considerate nel concreto. Di vittoria o sconfitta, di atto fatto o subito. Se qualcuno ti offende, se ti tratta male, sta commettendo un'ingiustizia, se invece ti riserva un trattamento di favore ti fa giustizia. "
ROBERTO SAVIANO - GOMORRA
ROBERTO SAVIANO - GOMORRA
katia- Moderatore
- Numero di messaggi : 99
Età : 43
Data d'iscrizione : 30.03.08
ogni popolo ha i governanti che si merita?
- "Francesco, come credi che siano gli americani in America?"
- "Come qui. E come noi. Belli, brutti; coraggiosi, vigliacchi. Socialmente parlando la mia teoria è molto semplice: noi siamo un popolo di intelligenti guidati da un gruppo di mediocri, loro sono un popolo di mediocri guidati da un gruppo di intelligenti.
Oriana Fallaci - Penelope alla Guerra.
- "Come qui. E come noi. Belli, brutti; coraggiosi, vigliacchi. Socialmente parlando la mia teoria è molto semplice: noi siamo un popolo di intelligenti guidati da un gruppo di mediocri, loro sono un popolo di mediocri guidati da un gruppo di intelligenti.
Oriana Fallaci - Penelope alla Guerra.
Re: Libri
L'eleganza del riccio
Barbery Muriel.
lettura raffinata, ricca di spunti e riferimenti interessanti, ve la consiglio. (finale però tanto inatteso quanto triste)
Barbery Muriel.
lettura raffinata, ricca di spunti e riferimenti interessanti, ve la consiglio. (finale però tanto inatteso quanto triste)
alvinc- Anziano
- Numero di messaggi : 52
Data d'iscrizione : 03.04.08
Le parole sono finestre (oppure muri)
Oggi in tv parlavano del linguaggio Giraffa... il discorso mi ha incuriosito, mi sono documentata e ho scoperto che...
Il linguaggio “Giraffa” è un modello di vita e di comunicazione di cui parla lo psicologo americano Marshall Rosenbergg nel libro "Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione non violenta".
Egli ha ideato un modello che utilizza la metafora della giraffa e dello sciacallo per spiegare le pratiche della comunicazione quotidiana.
Il linguaggio "sciacallo" è comunicazione che aliena la vita. Lo sciacallo pretende e giudica e blocca ogni possibilità di comprensione. Dice agli altri in che cosa sbagliano. La comunicazione che ne scaturisce è fatta di pregiudizi, di giudizi, di critica, di etichette. Il linguaggio dello sciacallo è una espressione “tragica” dei nostri stessi bisogni.
Il linguaggio "giraffa" è non violento, fatto di comprensione. È comunicazione che scaturisce da un cuore che si preoccupa degli altri. La giraffa viene utilizzata come simbolo perchè grazie al collo lungo gode di una visione dall'alto delle cose e perchè ha il cuore più grande di tutti gli animali di terra (pesa circa 13 kili...).
Il linguaggio Giraffa porta l’attenzione, attraverso un ascolto fatto col cuore e un parlare dettato dal cuore, su sentimenti ed emozioni, desideri, bisogni e relativi valori di riferimento; ci mette in contatto cioè con la vita e l’energia che è in noi e negli altri e favorisce un dialogo più profondo, costruttivo e soddisfacente di quelli a cui forse siamo abituati normalmente.
Questo modo di entrare in relazione con noi stessi e con gli altri ci permette di avere grande chiarezza su ciò che proviamo veramente, di riconoscere e poi di esprimere i nostri bisogni e sentimenti, di conoscere l’origine di questo nostro sentire e di esprimere richieste precise e concrete, il che aumenta la possibilità che i nostri bisogni vengano soddisfatti. Ci aiuta a preferire l’osservazione e la descrizione alla valutazione e alla critica, il che diminuisce considerevolmente la possibilità che il nostro interlocutore si senta ferito e reagisca in modo aggressivo.
Gli scopi da raggiungere:
1) Esprimere i propri sentimenti (anche quelli considerati cattivi) e bisogni senza aggressività, cercando di evitare il più possibile di dare motivo all’altro di attivare reazioni difensive (lo sciacallo tende invece a far sentire l’altro colpevole, a dimostrare che c’è qualcosa di sbagliato in lui).
2) Esprimere con chiarezza i propri desideri e fare richieste precise e concrete (che non siano pretese, ordini, divieti).
3) Ascoltare per capire che significa non fermarsi alle parole, ma collegarsi con il cuore dell’altro.
4) Ricevere messaggi critici ed anche ostili senza rimanere personalmente sconvolti e senza perdere l’autostima (non farsi male quando l’altro parla "sciacallo").
5) Imparare a dire no senza sentirsi in colpa e a dire sì con il cuore.
6) Educare alla responsabilità rinunciando a far ricorso alla minaccia per indurre paura e alla colpevolizzazione per indurre vergogna e senso di colpa.
Non mi pare molto facile da attuare... Servono un pò più dei classici dieci secondi in cui pensare prima di aprire bocca... ma penso sarebbe utile per tutti!
Il linguaggio “Giraffa” è un modello di vita e di comunicazione di cui parla lo psicologo americano Marshall Rosenbergg nel libro "Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione non violenta".
Egli ha ideato un modello che utilizza la metafora della giraffa e dello sciacallo per spiegare le pratiche della comunicazione quotidiana.
Il linguaggio "sciacallo" è comunicazione che aliena la vita. Lo sciacallo pretende e giudica e blocca ogni possibilità di comprensione. Dice agli altri in che cosa sbagliano. La comunicazione che ne scaturisce è fatta di pregiudizi, di giudizi, di critica, di etichette. Il linguaggio dello sciacallo è una espressione “tragica” dei nostri stessi bisogni.
Il linguaggio "giraffa" è non violento, fatto di comprensione. È comunicazione che scaturisce da un cuore che si preoccupa degli altri. La giraffa viene utilizzata come simbolo perchè grazie al collo lungo gode di una visione dall'alto delle cose e perchè ha il cuore più grande di tutti gli animali di terra (pesa circa 13 kili...).
Il linguaggio Giraffa porta l’attenzione, attraverso un ascolto fatto col cuore e un parlare dettato dal cuore, su sentimenti ed emozioni, desideri, bisogni e relativi valori di riferimento; ci mette in contatto cioè con la vita e l’energia che è in noi e negli altri e favorisce un dialogo più profondo, costruttivo e soddisfacente di quelli a cui forse siamo abituati normalmente.
Questo modo di entrare in relazione con noi stessi e con gli altri ci permette di avere grande chiarezza su ciò che proviamo veramente, di riconoscere e poi di esprimere i nostri bisogni e sentimenti, di conoscere l’origine di questo nostro sentire e di esprimere richieste precise e concrete, il che aumenta la possibilità che i nostri bisogni vengano soddisfatti. Ci aiuta a preferire l’osservazione e la descrizione alla valutazione e alla critica, il che diminuisce considerevolmente la possibilità che il nostro interlocutore si senta ferito e reagisca in modo aggressivo.
Gli scopi da raggiungere:
1) Esprimere i propri sentimenti (anche quelli considerati cattivi) e bisogni senza aggressività, cercando di evitare il più possibile di dare motivo all’altro di attivare reazioni difensive (lo sciacallo tende invece a far sentire l’altro colpevole, a dimostrare che c’è qualcosa di sbagliato in lui).
2) Esprimere con chiarezza i propri desideri e fare richieste precise e concrete (che non siano pretese, ordini, divieti).
3) Ascoltare per capire che significa non fermarsi alle parole, ma collegarsi con il cuore dell’altro.
4) Ricevere messaggi critici ed anche ostili senza rimanere personalmente sconvolti e senza perdere l’autostima (non farsi male quando l’altro parla "sciacallo").
5) Imparare a dire no senza sentirsi in colpa e a dire sì con il cuore.
6) Educare alla responsabilità rinunciando a far ricorso alla minaccia per indurre paura e alla colpevolizzazione per indurre vergogna e senso di colpa.
Non mi pare molto facile da attuare... Servono un pò più dei classici dieci secondi in cui pensare prima di aprire bocca... ma penso sarebbe utile per tutti!
Fily- Assiduo frequentatore
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