Oggi mi sento...

che bella notizia! brava Fili...ci voleva... sono davvero contenta per te!
bacini

Grazie Alvinc...
Sei sempre molto carina!
Un bacione e un grande abbraccio!!!

Che succede se le vecchie generazioni hanno paura del fallimento e anzichè affrontarlo lo nascondono per evitarlo?
Mi riferisco a quello che succede spesso nelle scuole... Ho sentito tante cose in questi giorni, parole che non mi sono piaciute per niente... "Se il ragazzo non arriva a sei, la scuola deve dichiarare che ha fallito!"

Mi spiegate che vuol dire???
Se arriva nelle mie mani un ragazzo che non sa fare niente, che non sa niente, che non VUOLE fare o imparare niente e neppure imparare come si sta civilmente insieme agli altri o che cos'è il rispetto reciproco... se questo ragazzo non arriva al sei perchè proprio non ci vuole arrivare, la colpa sarebbe mia???
E dove sono tutti gli altri che dovevano occuparsi di lui prima? Si sono presi le loro "colpe"? Si stanno strappando i capelli? Dove sono i suoi genitori?

Lo so, lo so... spesso provengono da famiglie disagiate...
E cosa c'entro io?
Quando arrivo a scuola stanca, quando sono stanca perchè le sto provando tutte, quando mi arrabbio perchè ci terrei che possano avere un futuro migliore rispetto ai loro genitori, c'è qualcuno che lo capisce?
Io penso proprio di no...
"La scuola in una società che ha perso i punti di riferimento, in una società in cui la famiglia è carente deve diventare agenzia educativa"...
E lo diventa diventando così accondiscendente??? Educare non vuol dire anche punire quando si sbaglia e soprattutto quando si sbaglia sapendo di sbagliare e perseverando nell'errore?

Mi si dice che non posso mettere meno di quattro perchè non avrebbe senso, che devo valutare il comportamento partendo dal sette, che devo stare attenta ad ogni parola perchè il ragazzino potrebbe uscirne turbato, che il teppistello della classe ha un grande potenziale perchè ha una grande autostima (ma scusate... non è proprio questo il problema: la sua grande autostima che non gli permette di capire che non può fare tutto ciò che vuole a scuola e in generale nella società?)
Se, al di là di ogni parola, il messaggio che passa è: "Fai tutto ciò che vuoi, continua pure a sbagliare tanto il tuo comportamento non avrà mai conseguenze serie" me lo spiegate come si fa ad educare un ragazzino? Quando capirà che ci sono comportamenti sbagliati da evitare?
Mi sento vecchia a dirlo, e forse lo sono, ma ai miei tempi cose del genere non succedevano, non si permetteva che succedessero (o forse era l'ambiente in cui ho vissuto che era diverso).

I "grandi " non sanno più svolgere adeguatamente il loro ruolo e scendono a patti, a compromessi... Sembra che abbiano paura e non capisco di cosa
Non capisco se sono io ad essere troppo severa e rigida, ma molte cose a cui assisto mi lasciano shoccata
Sono arrabbiata perchè penso che tutto questo non possa aiutare i ragazzi a migliorare...
Ma forse non è questo ciò che interessa alla maggior parte della gente, interessa maggiormente evitare i problemi ed abbassare il livello, anzichè alzare le aspettative... andare avanti per "obiettivi minimi"... E assecondare pur di non alzare troppa polvere (che si nasconde accuratamente sotto il tappeto)
Ma tanto la "scuola dei contenuti" è passata di moda, "non possiamo valutare solo la prestazione"...

E vabbè pazienza! Millenni di storia e conoscenze andranno a farsi benedire... I ragazzi, però, avranno delle "competenze"... sapranno per esempio cercare un argomento su internet e stamparlo pari pari... Se poi non sapranno emettere una sola frase sensata in italiano, o se non sapranno parlare di un argomento di interesse culturale, insomma se non avranno una "cultura", nel senso più generale del termine, ancora pazienza!!!
Se non avranno una buona educazione, se non sapranno comportarsi bene, ancora, di nuovo pazienza!!!
Mi chiedo che futuro stiamo preparando... L'ignoranza non è pericolosa e dannosa per la società?
PAZIENZAAAA!!!

Forse sono esagerata io...
Ma tutto questo mi fa arrabbiare... e forse non è così sbagliato che qualcuno si arrabbi ancora per queste cose...
Se mi avessero abbandonato a me stessa come si fa spesso ai nostri giorni, cosa sarei oggi? Dove sarei?
Spero davvero che nessuno di questi ragazzi debba rendersene conto un giorno... che qualcosa cambi prima.

Succede a volte e a volte succede più spesso… spesso succede anche se non vuoi, proprio quando non vuoi o non puoi proprio…
Può succedere quando la terra è rossa per un tappeto di foglie incendiate o bianca per un tappeto di zucchero a velo…
Capita… quando dovresti essere felice e quando sei triste… quando sei totalmente solo ma anche quando c’è troppa gente attorno a te…
Capita quando tutto il resto del mondo sembra sparire e quando sei tu a volere che sparisca…
Allora parli con te stesso, faccia a faccia, e ti dai contemporaneamente torto e ragione…
Alla fine non sai più cosa dirti…
Non è proprio questa l’ora adatta per un interrogatorio: la luce della lampada sul viso è troppo forte e lo specchio troppo grande, ti ci perdi dentro...
Capisci che è meglio lasciarti in pace: adesso ci pensa Morfeo…

Finalmente ho ottenuto la supplenza di 18 ore, fino al 30 giugno e in una sola classe, una terza media!!!

Mamma mia... sono passati solo tre giorni da quando mi hanno chiamato venerdì e mi sono sembrati trenta!
Si cambia scuola... si cambia contesto... si cambiano colleghi e ragazzi...
E non è facile per nulla... stamattina prima di entrare nella nuova scuola avevo quasi voglia di scappare...
Ma è la vita del "precario"...
Sono stata fortunata... dopo tutto quello che è successo... Quasi non ci credo!
Sono stanchissima! E domani giornata piena a scuola ed esame al corso di sostegno...

P.S. Mi mancano già i miei piccolotti della vecchia scuola!
Mi hanno fatto impazzire, ma mi hanno aiutato a "farmi le ossa" e poi sono stati i miei primi alunni, la mia prima classe... Mi sono disperata, ma ho anche riso tanto e imparato tanto con loro...
Come si fa a non ricordarli con piacere???
Domani andrò a salutarli... Venerdì non ho avuto il coraggio di dirgli che forse era il mio ultimo giorno con loro... Che tristezza...
Però... no... ci vuole un sorriso...

Scombussolata… ma felice…
E’ stata una settimana lunghissima e intensa, emotivamente molto forte.
Ho capito molte cose di me, del lavoro che faccio, ho capito quante cose ho imparato e l’ho capito riflettendomi nello specchio dei miei alunni, quelli “vecchi” e quelli “nuovi”.

Ho capito soprattutto che questo lavoro mi piace davvero, e non è poco, almeno per me.
Ero così preoccupata quando ho cominciato: tutto mi sembrava difficile e insormontabile, mi sentivo solo tanto stanca e frustrata, forse perché volevo solo che tutto andasse come stabilivo io, come decidevo io, perché volevo cambiare a modo mio le persone che avevo davanti…
Ad un certo punto, a poco a poco, non so cosa sia successo esattamente e non so neppure perché, ma tutto è cambiato: ho cominciato a sentirmi felice di andare a scuola, a voler bene davvero a quelle piccole pesti pestifere.
E’ cambiato il mio rapporto con loro, i loro risultati, il loro atteggiamento (una volta ho letto che le persone cambiano da sole quando la smetti di fare di tutto perché cambino, forse è successo questo o forse ho semplicemente “imparato” come si fa a gestire certe situazioni, forse mi sono semplicemente rilassata…)
Ho avuto la conferma di queste sensazioni positive proprio questa settimana.

Ero piena di paura prima di entrare nella nuova classe. Non è facile per i ragazzi cambiare insegnante a metà anno con gli esami alle porte e invece va tutto bene. Una volta lì dentro tutto è andato benissimo naturalmente, con una facilità che mi ha lasciato stupita.
Ho capito di aver fatto un grande salto.
Ed è importante, molto importante: siamo ancora all’inizio, abbiamo bisogno di conferme, di gratificazioni, abbiamo bisogno di “belle giornate” a scuola e in questa settimana ce ne sono state tante che mi hanno reso felice…

E poi i piccolotti della vecchia scuola… sono andata a salutarli ed è stata un’emozione fortissima ed evidente: avevo la voce rotta, tremavo dall’emozione al punto che i ragazzi l’hanno notato, non ho pianto per miracolo...
Non potevo credere che volessero la mia firma sul diario, che saltassero urlando il mio nome e dicendo “Una di noi!!!”, che mi riempissero di abbracci e bigliettini (uno di questi diceva “Lei è stata per me più di un’insegnante, è stata una sorella maggiore”)
Quando ho detto loro che non li avrei mai dimenticati perché erano stati la mia prima classe (cosa che non avevo mai detto loro, per ovvi motivi ) e che mi avevano insegnato tanto erano stupiti e felici…
Mi ringraziavano per i quattro e per i cinque, dicevano “E ora chi ci rimprovererà? Chi ci metterà le note? Non abbiamo studiato neppure le Filippine!!!”.
Qualcuno ha voluto la firma sotto la nota che avevo scritto tempo prima sul diario
E’ stato bello sentire un alunno che diceva “Lei mi ha interrogato il primo giorno che è venuta e mi ha messo quattro e l’altro giorno sono arrivato a sette e mezzo, mi ha messo sette e mezzo”.
E sono morta dalle risate perché ognuno mostrava la sua personalità: dall’ alunno “anarchico” che metteva sotto la sua firma la A, a Berl. Junior che, con vero spirito imprenditoriale e un po’ cinico, mi diceva: “Fa bene ad andarsene, se la pagano di più!!!” , al ragazzo sensibile che diceva “Viene da piangere!”…

E’ stato bello, molto bello… Mi hanno commosso quei ragazzini...
Non mi ero resa conto di aver seminato tanto, di aver fatto passare tanto di me verso di loro e non mi ero resa conto che tanto di quei ragazzi fosse passato dalla mia parte.

Ripeto: è molto bello questo lavoro e anche quando non ci rendiamo conto perché siamo stanchi o arrabbiati, riusciamo a trasmettere molto e a ricevere molto… prima o poi ce ne accorgeremo e ne raccoglieremo i frutti positivi.

P. S. Ciaoooooo Alviiiiiiiiiiiiinc!!! Ti mando un grande abbraccio!!! Crepi!!!

Baci per tutti, cari Prof!!!